“Chi è Donald Trump? Cosa cambia per l’Italia e per l’Europa” è il tema dell’incontro organizzato a Roma da Amerigo in occasione della presentazione del libro @realDonaldTrump di Maria Giovanna Maglie, una raccolta di un anno di articoli pubblicati dalla giornalista su Dagospia.
L’evento, ospitato dal Centro Studi Americani e moderato da Gian Luca Petrillo, coordinatore del Chapter di Roma, è stato introdotto da Andrea Chiappetta, Coordinatore JF CSA (Junior Fellows Centro Studi Americani). Hanno partecipato in qualità di relatori Rosa Giovanna Barresi (Alumni Ambassador Fordham University School of Law), Daniel Funaro (assessore alle Politiche Europee Comunità Ebraica Romana), Lucio Martino (Guarini Institute for Public Affairs John Cabot University), Giulio Terzi di Sant’Agata (già ministro degli Esteri), Pierluigi Testa (Presidente Think Tank “Trinità dei Monti”) e Giampiero Zurlo (presidente di Utopia).
Il dibattito ha analizzato gli aspetti più interessanti del Presidente Trump soffermandosi su quanto in realtà sia ben delineata e prorompente la sua politica. Si è parlato di rapporti economici tra gli Usa e il mondo, dei trattati commerciali di libero scambio e della politica di protezionismo messa in atto dal neopresidente e le conseguenze che essa avrà sul mercato internazionale ed italiano in particolare. È stata analizzata la composizione dell’elettorato di Trump e come la sua elezione sia stata la manifestazione di un profondo disagio della classe media. Particolare attenzione è stata rivolta ai rapporti internazionali tra potenze, al dialogo tra i paesi del Medio Oriente e gli Stati Uniti, alla vicinanza di Trump ad Israele e ai Cristiani perseguitati, così come al dialogo con la Cina.
Il dibattito è stato avviato da Gian Luca Petrillo che ha ribadito come sia ora di lasciare alle spalle tutta la discussione che ha caratterizzato l’ultima campagna presidenziale americana e come questa ha rappresentato un chiaro esempio di democrazia. Successivamente la giornalista e scrittrice Maria Giovanna Maglie ha sottolineato come la presidenza Trump è destinata a cambiare completamente le cose rispetto al passato, recuperando una certa idea d’America che era andata perduta, specie negli ultimi 8 anni.
Rosa Giovanna Barresi, Alumni Ambassador Fordham University School of Law, si è soffermata sulle capacità negoziali del nuovo Presidente degli Stati Uniti, capacità sperimentate con successo nel suo precedente ruolo di imprenditore. Sulla contrapposizione establishment ed anti-establishment e sull’abbandono della tradizionale dicotomia tra Repubblicani e Democratici si è soffermato Pierluigi Testa, Presidente Think Tank “Trinità dei Monti”. Particolarmente veemente è stata, infatti, la campagna di comunicazione che Trump ha condotto durante la campagna elettorale contro il mondo della finanza e contro Wall Street.
Muovendo da una prospettiva storica Lucio Martino, Guarini Institute for Public Affairs John Cabot University, ha rinvenuto nella figura di Trump alcuni caratteri del Presidente Carter e in quella di Hillary Clinton del Presidente Gerald Ford. Giampiero Zurlo, Presidente UTOPIA della necessità per le imprese italiane di aumentare la propria competitività sul mercato americano, attraverso una maggiore innovazione, se vogliono mantenere la quota di mercato di quarantacinque miliardi: una grande sfida per le imprese italiane che dovranno confrontarsi con nuove politiche protezionistiche.
Le possibili ricadute dell’elezione del presidente Trump sulla questione Israelo-Palestinese sono state affrontate da Daniel Funaro, Assessore alle Politiche Europee Comunità Ebraica di Roma, che ha sottolineato la necessità di ripensare le recenti decisioni assunte dall’ONU e ha ribadito la fedeltà dell’alleato israeliano. Giulio Terzi di Sant‘Agata, già Ministro degli Esteri ed Ambasciatore, ha sottolineato la capacità della democrazia americana di esprimere sempre un suo modello, sull’equilibrio tra i poteri e sui valori sanciti nella costituzione, nonché le influenze che la stessa è destinata a riversare sull’Europa.

All’indomani dell’insediamento del nuovo presidente americano, grande successo per la conferenza “US Presidential Election – Lessons Learned” organizzata alla biblioteca Sormani di Milano dal locale Chapter di Amerigo e dal Consolato generale degli Stati Uniti in collaborazione con il Comune. La presentazione, ricca di dati ed elaborazioni originali è stata tenuta da Dina Smelz, già analista del prestigioso Bureau of Intelligence and Research (INR) ed oggi Senior Fellow presso il Chicago Council on Foreign Affairs and Public Opinion. In sala, oltre a numerosi soci provenienti da tutto il Nord Italia, un folto pubblico di studiosi e ricercatori e molti rappresentanti del mondo accademico milanese. I lavori sono stati aperti da Rami Shakra, Deputy Public Affairs Officer del Consolato e Massimo Cugusi, Segretario generale dell’Associazione, mentre il dibattito, ricco di interventi dalla platea, è stato coordinato da Edoardo Croci, Coordinatore del Chapter di Milano dell’Associazione.
Tutti vogliono regolamentare le lobby, ma in Italia nessuno ci è ancora riuscito. Sessanta progetti di legge in parlamento e sessant’anni di tentativi andati miseramente falliti. Tutta colpa della politica… ma anche di proposte non sempre mature e al passo con i tempi.Però questa volta qualcosa è andato in modo diverso. La Giunta per il Regolamento della Camera dei Deputati ha approvato la “Regolamentazione dell’attività di rappresentanza di interessi nelle sedi della Camera dei Deputati”, un primo passo nella direzione della regolamentazione delle lobby. Un’iniziativa “sperimentale” così la definisce l’On. Pino Pisicchio che è stato relatore del provvedimento, un regolamento che per sua natura si limita a definire le modalità di accesso dei rappresentanti di interessi all’interno di uno dei due rami del parlamento. Un passo avanti importante in un territorio delimitato ma dove fino ad ora altre iniziative avevano fallito. Un segnale di coraggio che dovrebbe portare quanto prima all’approvazione di una normativa primaria.Ci sono altre proposte di legge in discussione in Parlamento, ricorda Giampiero Zurlo, presidente di Utopia, società specializzata nelle relazioni istituzionali, che martedì 10 maggio ha ospitato Craig Holman il lobbista di Public Citizen, l’organizzazione di Washington che rappresenta da più di quarant’anni i cittadini americani davanti al Congresso. “I rapporti con le lobby sono stati regolati in alcune regioni, in alcuni ministeri, poi alcune amministrazioni hanno fatto passi in dietro. Ora la Camera dei Deputati fa un passo avanti, ma manca un quadro organico chiaro” spiega Zurlo.
della sua professione confessa che “mia madre ha difficoltà a dire in giro che suo figlio fa il lobbista. Anche da noi purtroppo questo termine può assumere un significato negativo”. Per liberare il campo dagli affaristi spregiudicati Holman ha accompagnato le istituzioni americane nella lunga strada che ha portato al rafforzamento della normativa federale, dal Lobbying Disclosure Act del 1995, all’approvazione dell’Honest Leadership and Open Government Act del 2007 e alle sue successive modifiche che non lasciano più spazio a comportamenti criminali. “Dobbiamo essere orgogliosi del nostro mestiere” prosegue Holman e per questo occorre rafforzare la normativa esistente, per evitare che siano il denaro e le relazioni poco chiare a determinare l’evoluzione della normativa. I lobbisti in America lavorano alla luce del sole e si iscrivono ad un registro pubblico per garantire la massima trasparenza. Tutti possono vedere chi sono e cosa fanno. Anche le amministrazioni hanno obblighi analoghi devono rendere i propri documenti di lavoro scaricabili e accessibili tramite la rete Internet. Tuttavia è importante andare oltre la trasparenza, “Beyond transparency” come dice lui. Vanno stabiliti limiti chiari per i rimborsi dei pranzi e delle cene di lavoro, limiti per i regali e per i viaggi che non devono prolungarsi oltre le ragioni di lavoro.
Anche l’On. Antonio Misiani del Partito Democratico conferma l’importanza di queste misure, che renderebbero più sano lo scambio di informazioni tra industria e politica. La normativa statunitense è la più avanzata. E’ un chiaro riferimento per la discussione italiana sulla regolamentazione delle lobby. Ci vorranno anni per arrivare a una normativa così matura. In Italia stiamo dedicando molta attenzione a normare l’accesso ai palazzi, il cosiddetto registro dei lobbisti. Anche se i risultati sono incerti e frammentati siamo sulla buona strada. Ma questo non è l’unico punto. Dobbiamo pensare in grande, aspirando a un progetto organico che si applichi a tutte le istituzioni, che stabilisca obblighi di trasparenza tanto per i lobbisti quanto per le amministrazioni. Occorre chiarezza, andando a definire meglio il “traffico di influenze illecite” in modo inequivocabile definendo caso per caso tutti i comportamenti da regolare, limitare e sanzionare. Uno a uno, come avviene nella normativa americana: pranzi, cene, viaggi, regali, incarichi di lavoro. Occorre eliminare ogni area grigia per rendere efficace la lotta alla corruzione. Intervenendo nella discussione l’On. Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle ha subito chiarito che il movimento non è contrario in linea di principio alle lobby, ma “è fondamentale che la loro attività si svolga con etica e con trasparenza”. L’intervento di Holman è stato molto apprezzato al punto che Toninelli lo invita a tornare in Italia per intervenire in sede di audizione. Nel frattempo una sentenza della Corte Suprema Americana ha abolito i limiti di spesa che si applicavano alle multinazionali nel finanziamento delle campagne elettorali, che ora vengono equiparate ai cittadini e per questo possono contribuire oltre ogni limite. E’ proprio per questo che i candidati alle Presidenziali 2016 raccoglieranno più fondi rispetto a tutte le precedenti elezioni. C’è ancora lavoro da fare confessa Craig Holman, “la raccolta fondi sarà il prossimo punto da trattare”.
Il professor Craig Holman, esperto di Washington nelle attività di lobby per il Campidoglio e già docente presso la New York University, ha incontrato a Firenze l’11 maggio 2016 nella Redazione del Corriere della Sera – Corriere Fiorentino, ospiti del direttore Paolo Ermini, il direttivo e alcuni amici sostenitori del Chapter fiorentino di Amerigo. Il Professor Holman, che nella mattina aveva tenuto una conferenza curata dal socio Amerigo professor Luciano Bozzo presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università fiorentina, ha affrontato il delicato tema della trasparenza nelle attività di lobby con particolare riguardo ai rapporti con il mondo della politica ed al finanziamento delle campagne elettorali. Interessante la comparazione legislativa fra quella degli Stati Uniti e quella degli Stati membri dell’unione Europea. Precedentemente Il professor Holman è stato intervistato per il giornale ospitante dal giornalista Marzio Fatucchi, fra l’altro menzione speciale per la Sezione Web del premio giornalistico Amerigo 2012.
Il professor Gawdat Bahgat, a Firenze per un Seminario alla Scuola Ufficiali dell’Aeronautica Militare, ha incontrato il Chapter fiorentino di Amerigo. Tema dell’incontro la crisi nei Paesi medio orientali e del nord Africa. Il professor Bahgdat, professore di Affari per la Sicurezza Nazionale della National Defence University, esperto di politica medio orientale, ha risposto alle numerose domande relative in particolare alla crisi libica. L’incontro si è svolto nel pomeriggio di venerdì 15 gennaio presso la Redazione fiorentina del Corriere della Sera, grazie alla cortese disponibilità del suo direttore, dottor Paolo Ermini. L’incontro è stato preceduto dall’intervista del giornalista Marzio Fatucchi, fra l’altro mensione speciale per la Sezione Siti Web del Premio giornalistico Amerigo 2012.
Tutti noi abbiamo in testa il senso generale delle smart cities, ma dobbiamo fissare meglio questo concetto. È il pensiero di Vicente Lopez Ibor, autorevole manager spagnolo con solido background nelle energie rinnovabili, che ha concluso in questo modo la sesta conferenza semestrale di Enam (European Network of American Alumni Associations) Smart Cities for a Better Europe, svoltasi il 12 giugno scorso al Centro Studi Americani di Roma.
La trattativa per creare un Trattato per il commercio e gli investimenti tra Europa e Stati Uniti (TTIP) è da mesi uno dei temi più caldi dell’agenda europea. Gli studi ufficiali parlano di possibili ricadute positive annue quando l’intesa sarà a regime: 120 miliardi di euro per l’Europa e 95 miliardi di euro per l’America. Se i negoziati in corso sfociassero in un accordo il “regalo” che arriverebbe – anche in Italia – per ogni famiglia europea di quattro persone sarebbe di un aumento del reddito disponibile annuo di 545 euro. A dirlo è un voluminoso studio realizzato dal Centro studi e ricerche economiche di Londra per conto della Commissione Ue, che ci offre qualche altro dato significativo: ogni anno Unione Europea ed Usa scambiano tra loro beni, servizi e investimenti per circa mille miliardi di dollari. Nel complesso, l’area che comprende gli Stati Uniti e i Paesi dell’Unione europea produce il 60% del PIL mondiale, contribuisce per il 33% al commercio mondiale di beni e per il 42% a quello dei servizi. Da quando – nel semestre europeo presieduto dal premier Renzi – la trattativa dalle stanze segrete è diventata pubblica, il TTIP sta incontrando crescenti resistenze, soprattutto da parte di Organizzazioni non governative e della cosiddetta società civile. Appare dunque urgente approfondire la discussione, per offrire una valutazione attenta e ragionata su benefici e costi potenziali dell’accordo transatlantico, che ha come obiettivo primario quello di integrare i due mercati, riducendo i dazi doganali e migliorando le condizioni per il flusso degli investimenti. Per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, la CGIL Toscana, l’Istituto per le Ricerche Economiche e Sociali( IRES) e l’Associazione Amerigo (rappresentata dal charter fiorentino Michele Ricceri e da numerosi soci) hanno organizzato a Firenze, nel salone Rizzotto di via Capponi, un seminario per imprenditori, sindacalisti ed altri numerosi operatori interessati alla materia, con tre autorevoli relatori: il prof. Mario Deaglio dell’Università di Torino, uno dei maggiori esperti italiani del mercato globale, l’economista prof. Mauro Lombardi dell’ateneo fiorentino ed il Direttore dell’ Irpet, Stefano Casini Benvenuti, intervistati dal giornalista Antonio Lovascio.
Il 10 novembre si è tenuto presso l’Università Cattolica di Milano un incontro di presentazione delle opportunità di studio, ricerca e insegnamento offerte dal Programma Fulbright. All’evento, promosso dalla Commissione per gli scambi Culturali tra l’Italia e gli Stati Uniti (Commissione Fulbright) hanno partecipato la Prof.ssa Federica Olivares, membro del Board della Commissione e Docente presso l’Università Cattolica, la Dott.ssa Paola Sartorio, Executive Director della Commissione e il Dott. Sandro Zinani, Educational Advisor della Commissione.
Grande successo a Napoli per l’incontro con il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, organizzato dal Consolato generale e dal Chapter del Sud Italia dell’Associazione. Un folto pubblico di soci ed altri alumni dei programmi di scambio internazionale del Dipartimento di Stato ha seguito con interesse l’esposizione dell’illustre relatore (anch’egli alumnus) alla quale ha fatto seguito una vivace sessione di domande e risposte. A fare gli onori di casa, il console generale Colombia Barrosse: “Sono particolarmente onorata – ha dichiarato – di ospitare il dottor Roberti, un uomo di Stato votato alla lotta alla crimialità”. L’incontro, moderato da Gianluigi Traettino, coordinatore del Chapter e consigliere delegato per il Mezzogiorno, si è svolto a poco più di una settimana dall’operazione “New Bridge”, coordinata da Fbi e Polizia italiana, che ha portato al fermo di 24 persone a New York legate alla famiglia mafiosa dei Gambino e alle cosche della ’Ndrangheta.
La competitività del sistema Italia nel mondo ed i nuovi scenari delle relazioni economiche tra Europa e Stati Uniti sono stati al centro dell’Incontro al Caminetto con Alberto Bombassei, Presidente di Brembo e Fondatore e Presidente del Parco Scientifico e Tecnologico Kilometro Rosso organizzato a Roma da Amerigo. Come prevedibile, dato lo stile eclettico dell’ing. Bombassei (che ha recentemente affiancato alla propria ricca esperienza imprenditoriale un’avventura politica in Parlamento), il dibattito è stato stimolato da numerose interessanti suggestioni.Prime tra tutte, i segnali di ottimismo sulla capacità imprenditoriale italiana e sulla passione che deve essere dedicata nel proprio lavoro. «Non è importante quello che si fa» – ha detto Bombassei – «è importante farlo bene e seriamente». E ha aggiunto: «Noi italiani siamo tanto bravi ad esprimere i valori di gusto e tecnica presenti nel nostro DNA, che ci siamo scoperti in grado di produrre freni non solo a grandi livelli di eccellenza tecnica ma anche belli da guardare!» Tra le riflessioni della serata, quella sull’importanza di riuscire a ragionare in termini di sistema-Paese «Perché i sistemi sono cambiati – ha ricordato Bombassei – e ormai la concorrenza non è più individuale e neanche tra Italia e Germania. È piuttosto tra squadre edè l’Europa che deve fare squadra e deve muoversi come un sistema». Nel corso della lunga ed appassionante conversazione che ha fatto seguito all’introduzione dell’ospite è emersa ancora una volta l’importanza strategica dell’investire nella ricerca e sviluppo in maniera intelligente: puntando su ricerca, formazione e scambi culturali per tornare ad essere competitivi.