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Attività dei Chapter

A Milano Amerigo ricorda Fernanda Pivano

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Pivano FIl 27 settembre 2017, sotto l’egida dell’Università degli Studi di Milano, di Amerigo, Associazione Alumni Fulbright e IVP, e del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Milano, si è tenuta una giornata di studi dedicata a “Fernanda Pivano tra Italia e Stati Uniti”. Nella Sala Napoleonica si è raccolto un pubblico numerosissimo, di studenti, studiosi e rappresentanti di tutte le generazioni di lettori che hanno incontrato Fernanda Pivano grazie alle sue traduzioni di classici – da Hemingway a De André.Dopo i saluti di benvenuto del prof. Edoardo Croci, coordinatore Amerigo Milano e Nord Italia, e di Francesca Orestano, a nome dell’Università di Milano, e coordinatrice dei lavori, si sono succeduti i relatori Silvia Minardi, Enrico Rotelli, Anna Re e Roberto Guerrino.  Le relazioni hanno posto l’accento sul lavoro pluridecennale di Pivano, dalle sue prime traduzioni e l’impegno per la pace (Minardi) al rapporto con le nuove generazioni di cantautori (Rotelli); dal sentimento ecologico (Re), al metodo critico (Guerrino).  Le relazioni sono state accolte da un pubblico vivace e molto interessato e l’intero evento ha riscosso un notevole successo presso il pubblico milanese e lombardo.

Dalle Smart cities alle I-cities

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CozzoliGrande successo di pubblico per il convegno “Towards I-Cities”, promosso da Amerigo – assieme al Centro di Ricerca in Diritto e regole per Europa della Luiss Guido Carli – e tenutosi il 18 settembre presso la nuova Aula del Palazzo dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati. Attraverso quest’iniziativa, Amerigo ha voluto riproporre, attualizzandolo, il filone di studi avviato con successo con lo Smart City Tour, che – attraverso il confronto transatlantico – ha rafforzato la consapevolezza dei policy maker sul ruolo delle città intelligenti nei processi di crescita del Paese. Nel corso del convegno è stato affrontato, per la prima volta in Italia, il legame tra Next Production Revolution (NPR) e sviluppo delle Città, chiamate a divenire vere e proprie piattaforme abilitanti, grazie a infrastrutture e servizi in grado di consentire ai cittadini, imprese e istituzioni di cogliere i benefici sociali ed economici del nuovo paradigma tecnologico. Una riflessione che si inserisce peraltro nel più ampio scenario G7, nell’ambito del quale la Presidenza Italiana ha introdotto una serie di importanti elementi di riflessioni sulla connessione tra NPR, crescita ed infrastrutture.  Ad aprire il tavolo è stato il Presidente di Amerigo, Vito Cozzoli, che ha dichiarato: “Le Smart Cities possono rappresentare il terreno ideale per sperimentare nelle città un nuovo modello di politica industriale, grazie al partenariato pubblico-privato, che consenta di ottenere vantaggi non solo in termini di migliore qualità della vita e di contesto di business, ma anche di crescita, di competitività, di occupazione, di sviluppo sostenibile. Occorre però una politica organica, attraverso il coordinamento degli interventi, per rendere l’Italia un Paese attrattivo per l’adozione di evoluti modelli di Smart Cities, passando dalle Smart Cities alle I-Cities: città intelligenti, innovative, inclusive ed infrastrutturate, a beneficio dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni”.Nel corso della “Fire-Starter Session”, Valerio Camerano, Amministratore Delegato del Gruppo A2A, ha affermato: “Partecipiamo con piacere a questo incontro che ci offre l’opportunità di contribuire al dibattito sulla Smart City: la volontà di A2A è quella di ricoprire un ruolo sempre più importante come open innovator e costruire le città del futuro. Il nostro Piano Strategico prevede lo sviluppo delle tecnologie “smart” basate sull’ Internet of Things, che ci hanno già consentito di completare progetti importanti a Milano, Brescia e Bergamo e realizzare servizi innovativi come l’illuminazione pubblica a Led, lo Smart Bin, la mobilità elettrica e lo Smart Parking, Smart Security e Smart Agricolture. A2A punta infatti a essere partner delle istituzioni e di altre aziende per contribuire, con il nostro know how e la nostra infrastruttura abilitante, a sviluppare soluzioni che migliorino la qualità della vita dei cittadini. Dal nostro punto di vista è auspicabile una normativa chiara e uniforme a livello nazionale, che possa favorire il dialogo costruttivo con le Istituzioni e una implementazione rapida di queste tecnologie”.

Edward Chan, CEO di Huawei Italia, ha proseguito asserendo che: “L’evoluzione del settore ICT sta accelerando il processo di crescita dell’economia digitale che sta trasformando le città in molti ambiti, tra cui amministrazione, trasporto, rapporti sociali e occupazione, promuovendone al contempo lo sviluppo sostenibile. Huawei è impegnata con la propria visione e le proprie tecnologie nello sviluppo di città intelligenti la cui realizzazione poggia su un sistema nervoso urbano basato su sensori, un ecosistema forte della collaborazione di tutti i protagonisti del settore e piattaforme tecnologiche aperte e scalabili. Perché tale visione si realizzi è necessario investire a monte sull’educazione digitale dei cittadini e degli amministratori pubblici, in modo da stimolare la domanda di servizi digitali e da porre le premesse per strategie e investimenti volti a migliorare l’ambiente in cui viviamo”.A concludere la sessione Agostino Santoni, CEO CISCO Italia, che ha dichiarato: “Recentemente Cisco ha realizzato una ricerca con il Digital Transformation Institute che ha analizzato quali sono i fattori che mettono a rischio il successo dei progetti in area smart city: il primo è la mancanza di una visione olistica, un altro è il mancato coinvolgimento dei cittadini fin dalle prime fasi di elaborazione di un possibile progetto. Ci sono poi aspetti organizzativi, quali la mancanza di una struttura adeguata dedicata all’innovazione, la mancata previsione di un budget dedicato: ma la questione principale è che ogni progetto smart city è figlio del territorio in cui nasce, delle persone che vi vivono, dei loro obiettivi, di ciò che a quel territorio manca e di ciò che lo rende forte. Se si ragiona in questo modo, facendo ecosistema per promuovere lo sviluppo digitale, si ottengono risultati”. Durante i lavori, coordinati dall’editorialista Enrico Cisnetto, sono intervenuti, tra gli altri: Antonio Gentile, Sottosegretario di Stato con delega alle Smart City; Umberto Di PrimioVice Presidente ANCI;Gloria Berbena, Ministro Consigliere per gli Affari Pubblici Ambasciata degli Stati Uniti; Andrea Gumina, Vice Presidente di Amerigo, e Gustavo Olivieri, Luiss Dreams.Dopo le tappe del 2014 e del 2015, a Firenze, Napoli,  Bruxelles e Roma, il contributo dell’Associazione Amerigo si concentrerà su come favorire la più proficua diffusione della Next Production Revolution (NPR), partendo dalla costruzione di un’agenda nazionale di policy che abbia al suo cuore l’innovazione delle città.

Interessante Caminetto a Roma sulla Presidenza italiana G7

By | Attività dei Chapter, Incontri al Caminetto

Caminetto su G7Ospiti nella splendida cornice dello Studio Curtis a Piazza Venezia, si è svolto a Roma il 19 giugno un incontro al Caminetto tra i Soci e gli Amici di Amerigo e S.E. l’Ambasciatore Raffaele Trombetta, Sherpa G7/G20 del Presidente del Consiglio. La riunione, introdotta dal Presidente di Amerigo Vito Cozzoli, è stata dedicata ad un confronto informale sullo svolgimento delle attività connesse alla presidenza di turno del G7 da parte dell’Italia. Con l’Ambasciatore Trombetta, sono state ripercorse le principali tappe che hanno portato alla redazione del Leaders’Communiqué di Taormina ma anche dell’Action Plan on Innovation, Skills and Labor, che ha rappresentato uno dei principali esiti, insieme alla Dichiarazione sul Terrorismo e al Chairs’ Summary della Sessione di Outreach dedicata all’Africa, del lavoro promosso dalla presidenza italiana  Attraverso la relazione dell’Am Nel corso della riunione, cui hanno preso parte in rappresentanza dell’Ambasciata Gloria Berbena (Minister Counselor for Public Affairs) e Jean Preston (Economic Minister Counselor), sono stati ripresi e dibattuti molti elementi – trade, start-up, smart cities, clima – già oggetto di approfondimento in diverse attività di studio promosse da Amerigo.

 

Carriere nelle organizzazioni internazionali, Amerigo e AmCham ne parlano a Milano.

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Amerigo e AmChamNel quadro della collaborazione recentemente formalizzata in un accordo-quadro tra le due organizzazioni, il Chapter di Milano di Amerigo e American Chamber of Commerce in Italy hanno promosso a Milano una conferenza pubblica di Tindaro Paganini, consulente senior della Banca Mondiale già Consigliere del Direttore Esecutivo italiano. Paganini ha presentato le opportunità di lavoro nelle organizzazioni internazionali descritte nel suo libro “Banca Mondiale: un’opportunità per giovani e imprese”. Sono intervenuti all’evento, tenutosi presso la Camera di Commercio, il coordinatore del chapter di Milano di Amerigo, Edoardo Croci, il Segretario Generale di AmCham, Simone Croilla, il Presidente di ACTL – Sportello Stage, Marina Verderajme, il Presidente del comitato human capital di AmCham, Leonardo Zaccheo e la dirigente delle relazioni istituzionali della Camera di Commercio di Milano, Federica Villa. Nel 2016 la Banca Mondiale ha promosso progetti per 64 miliardi di dollari e offerto opportunità di lavoro e consulenza in tutto il mondo.

 

Cosa cambia tra USA, Europa ed Italia con la Presidenza Trump?

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Maglie“Chi è Donald Trump? Cosa cambia per l’Italia e per l’Europa” è il tema dell’incontro organizzato a Roma da Amerigo in occasione della presentazione del libro @realDonaldTrump di Maria Giovanna Maglie, una raccolta di un anno di articoli pubblicati dalla giornalista su Dagospia.

L’evento, ospitato dal Centro Studi Americani e moderato da Gian Luca Petrillo, coordinatore del Chapter di Roma, è stato introdotto da Andrea Chiappetta, Coordinatore JF CSA (Junior Fellows Centro Studi Americani). Hanno partecipato in qualità di relatori Rosa Giovanna Barresi (Alumni Ambassador Fordham University School of Law), Daniel Funaro (assessore alle Politiche Europee Comunità Ebraica Romana), Lucio Martino (Guarini Institute for Public Affairs John Cabot University), Giulio Terzi di Sant’Agata (già ministro degli Esteri), Pierluigi Testa (Presidente Think Tank “Trinità dei Monti”) e Giampiero Zurlo (presidente di Utopia).

Il dibattito ha analizzato gli aspetti più interessanti del Presidente Trump soffermandosi su quanto in realtà sia ben delineata e prorompente la sua politica. Si è parlato di rapporti economici tra gli Usa e il mondo, dei trattati commerciali di libero scambio e della politica di protezionismo messa in atto dal neopresidente e le conseguenze che essa avrà sul mercato internazionale ed italiano in particolare. È stata analizzata la composizione dell’elettorato di Trump e come la sua elezione sia stata la manifestazione di un profondo disagio della classe media. Particolare attenzione è stata rivolta ai rapporti internazionali tra potenze, al dialogo tra i paesi del Medio Oriente e gli Stati Uniti, alla vicinanza di Trump ad Israele e ai Cristiani perseguitati, così come al dialogo con la Cina.

Il dibattito è stato avviato da Gian Luca Petrillo che ha ribadito come sia ora di lasciare alle spalle tutta la discussione che ha caratterizzato l’ultima campagna presidenziale americana e come questa ha rappresentato un chiaro esempio di democrazia. Successivamente la giornalista e scrittrice Maria Giovanna Maglie ha sottolineato come la presidenza Trump è destinata a cambiare completamente le cose rispetto al passato, recuperando una certa idea d’America che era andata perduta, specie negli ultimi 8 anni.

Rosa Giovanna Barresi, Alumni Ambassador Fordham University School of Law, si è soffermata sulle capacità negoziali del nuovo Presidente degli Stati Uniti, capacità sperimentate con successo nel suo precedente ruolo di imprenditore. Sulla contrapposizione establishment ed anti-establishment e sull’abbandono della tradizionale dicotomia tra Repubblicani e Democratici si è soffermato Pierluigi Testa, Presidente Think Tank “Trinità dei Monti”. Particolarmente veemente è stata, infatti, la campagna di comunicazione che Trump ha condotto durante la campagna elettorale contro il mondo della finanza e contro Wall Street.

Muovendo da una prospettiva storica Lucio Martino, Guarini Institute for Public Affairs John Cabot University, ha rinvenuto nella figura di Trump alcuni caratteri del Presidente Carter e in quella di Hillary Clinton del Presidente Gerald Ford. Giampiero Zurlo, Presidente UTOPIA della necessità per le imprese italiane di aumentare la propria competitività sul mercato americano, attraverso una maggiore innovazione, se vogliono mantenere la quota di mercato di quarantacinque miliardi: una grande sfida per le imprese italiane che dovranno confrontarsi con nuove politiche protezionistiche.

Le possibili ricadute dell’elezione del presidente Trump sulla questione Israelo-Palestinese sono state affrontate da Daniel Funaro, Assessore alle Politiche Europee Comunità Ebraica di Roma, che ha sottolineato la necessità di ripensare le recenti decisioni assunte dall’ONU e ha ribadito la fedeltà dell’alleato israeliano. Giulio Terzi di Sant‘Agata, già Ministro degli Esteri ed Ambasciatore, ha sottolineato la capacità della democrazia americana di esprimere sempre un suo modello, sull’equilibrio tra i poteri e sui valori sanciti nella costituzione, nonché le influenze che la stessa è destinata a riversare sull’Europa.

US Presidential Election- Lessons Learned

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All’indomani dell’insediamento del nuovo presidente americano, grande successo per la conferenza “US Presidential Election – Lessons Learned” organizzata alla biblioteca Sormani di Milano dal locale Chapter di Amerigo e dal Consolato generale degli Stati Uniti in collaborazione con il Comune. La presentazione, ricca di dati  ed elaborazioni originali è stata tenuta da Dina Smelz, già analista del prestigioso Bureau of Intelligence and Research (INR) ed oggi Senior Fellow presso il Chicago Council on Foreign Affairs and Public Opinion. In sala, oltre a numerosi soci provenienti da tutto il Nord Italia, un folto pubblico di studiosi e ricercatori e molti rappresentanti del mondo accademico milanese. I lavori sono stati aperti da Rami Shakra, Deputy Public Affairs Officer del Consolato e Massimo Cugusi, Segretario generale dell’Associazione, mentre il dibattito, ricco di interventi dalla platea, è stato coordinato da Edoardo Croci, Coordinatore del Chapter  di Milano dell’Associazione.

La #lobby è una professione perbene

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Tutti vogliono regolamentare le lobby, ma in Italia nessuno ci è ancora riuscito. Sessanta progetti di legge in parlamento e sessant’anni di tentativi andati miseramente falliti. Tutta colpa della politica… ma anche di proposte non sempre mature e al passo con i tempi.Però questa volta qualcosa è andato in modo diverso. La Giunta per il Regolamento della Camera dei Deputati ha approvato la “Regolamentazione dell’attività di rappresentanza di interessi nelle sedi della Camera dei Deputati”, un primo passo nella direzione della regolamentazione delle lobby. Un’iniziativa “sperimentale” così la definisce l’On. Pino Pisicchio che è stato relatore del provvedimento, un regolamento che per sua natura si limita a definire le modalità di accesso dei rappresentanti di interessi all’interno di uno dei due rami del parlamento. Un passo avanti importante in un territorio delimitato ma dove fino ad ora altre iniziative avevano fallito. Un segnale di coraggio che dovrebbe portare quanto prima all’approvazione di una normativa primaria.Ci sono altre proposte di legge in discussione in Parlamento, ricorda Giampiero Zurlo, presidente di Utopia, società specializzata nelle relazioni istituzionali, che martedì 10 maggio ha ospitato Craig Holman il lobbista di Public Citizen, l’organizzazione di Washington che rappresenta da più di quarant’anni i cittadini americani davanti al Congresso. “I rapporti con le lobby sono stati regolati in alcune regioni, in alcuni ministeri, poi alcune amministrazioni hanno fatto passi in dietro. Ora la Camera dei Deputati fa un passo avanti, ma manca un quadro organico chiaro” spiega Zurlo.

L’incontro con Craig Holman è stato organizzato in collaborazione con l’Ambasciata USA e con Amerigo, l’associazione che raccoglie i partecipanti  ai più prestigiosi programmi di scambio culturale con gli Stati Uniti. Holman, orgoglioso  della sua professione confessa che “mia madre ha difficoltà a dire in giro che suo figlio fa il lobbista. Anche da noi purtroppo questo termine può assumere un significato negativo”. Per liberare il campo dagli affaristi spregiudicati Holman ha accompagnato le istituzioni americane nella lunga strada che ha portato al rafforzamento della normativa federale, dal Lobbying Disclosure Act del 1995, all’approvazione dell’Honest Leadership and Open Government Act del 2007 e alle sue successive modifiche che non lasciano più spazio a comportamenti criminali. “Dobbiamo essere orgogliosi del nostro mestiere” prosegue Holman e per questo occorre rafforzare la normativa esistente, per evitare che siano il denaro e le relazioni poco chiare a determinare l’evoluzione della normativa. I lobbisti in America lavorano alla luce del sole e si iscrivono ad un registro pubblico per garantire la massima trasparenza. Tutti possono vedere chi sono e cosa fanno. Anche le amministrazioni hanno obblighi analoghi devono rendere i propri documenti di lavoro scaricabili e accessibili tramite la rete Internet. Tuttavia è importante andare oltre la trasparenza, “Beyond transparency” come dice lui. Vanno stabiliti limiti chiari per i rimborsi dei pranzi e delle cene di lavoro, limiti per i regali e per i viaggi che non devono prolungarsi oltre le ragioni di lavoro.

Anche l’On. Antonio Misiani del Partito Democratico conferma l’importanza di queste misure, che renderebbero più sano lo scambio di informazioni tra industria e politica. La normativa statunitense è la più avanzata. E’ un chiaro riferimento per la discussione italiana sulla regolamentazione delle lobby. Ci vorranno anni per arrivare a una normativa così matura. In Italia stiamo dedicando molta attenzione a normare l’accesso ai palazzi, il cosiddetto registro dei lobbisti. Anche se i risultati sono incerti e frammentati siamo sulla buona strada. Ma questo non è l’unico punto. Dobbiamo pensare in grande, aspirando a un progetto organico che si applichi a tutte le istituzioni, che stabilisca obblighi di trasparenza tanto per i lobbisti quanto per le amministrazioni. Occorre chiarezza, andando a definire meglio il “traffico di influenze illecite” in modo inequivocabile definendo caso per caso tutti i comportamenti da regolare, limitare e sanzionare. Uno a uno, come avviene nella normativa americana: pranzi, cene, viaggi, regali, incarichi di lavoro. Occorre eliminare ogni area grigia per rendere efficace la lotta alla corruzione. Intervenendo nella discussione l’On. Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle ha subito chiarito che il movimento non è contrario in linea di principio alle lobby, ma “è fondamentale che la loro attività si svolga con etica e con trasparenza”. L’intervento di Holman è stato molto apprezzato al punto che Toninelli lo invita a tornare in Italia per intervenire in sede di audizione. Nel frattempo una sentenza della Corte Suprema Americana ha abolito i limiti di spesa che si applicavano alle multinazionali nel finanziamento delle campagne elettorali, che ora vengono equiparate ai cittadini e per questo possono contribuire oltre ogni limite. E’ proprio per questo che i candidati alle Presidenziali 2016 raccoglieranno più fondi rispetto a tutte le precedenti elezioni. C’è ancora lavoro da fare confessa Craig Holman, “la raccolta fondi sarà il prossimo punto da trattare”.

Lobbying e trasparenza. Craig Holman ne parla a Firenze

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HolmanIl professor Craig Holman,  esperto di Washington nelle attività di lobby per il Campidoglio e già docente presso la New York University, ha incontrato a Firenze l’11 maggio 2016 nella Redazione del Corriere della Sera – Corriere Fiorentino, ospiti del direttore  Paolo Ermini, il direttivo e alcuni amici  sostenitori del Chapter fiorentino di Amerigo. Il Professor Holman,  che nella mattina aveva tenuto una conferenza curata dal socio Amerigo professor Luciano Bozzo presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università fiorentina, ha affrontato il delicato tema della trasparenza nelle attività di lobby con particolare riguardo ai rapporti con il mondo della politica ed al finanziamento delle campagne elettorali. Interessante la comparazione legislativa fra quella degli Stati Uniti e quella degli Stati membri dell’unione Europea. Precedentemente Il professor Holman è stato intervistato per il giornale ospitante dal giornalista Marzio Fatucchi, fra l’altro menzione speciale per la Sezione Web del premio giornalistico Amerigo 2012.

Gawdat Bahgat incontra il Chapter fiorentino di Amerigo

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Gawdat BahgatIl professor Gawdat Bahgat, a Firenze per un Seminario alla Scuola Ufficiali dell’Aeronautica Militare, ha incontrato  il Chapter fiorentino di Amerigo. Tema dell’incontro la crisi nei Paesi medio orientali e del nord Africa. Il professor Bahgdat, professore di Affari per la Sicurezza Nazionale della National Defence University, esperto di politica medio orientale, ha risposto alle numerose domande relative in particolare alla crisi libica. L’incontro si è svolto nel pomeriggio di venerdì 15 gennaio presso la Redazione fiorentina del Corriere della Sera, grazie alla cortese disponibilità del suo direttore, dottor Paolo Ermini. L’incontro è stato preceduto dall’intervista del giornalista Marzio Fatucchi, fra l’altro mensione speciale per la Sezione Siti Web del Premio giornalistico Amerigo 2012.

TTIP, quali opportunità per il sistema Italia?

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Console Usa Rup a Convegno TTIPLa trattativa per creare un Trattato per il commercio e gli investimenti tra Europa e Stati Uniti (TTIP) è da mesi uno dei temi più caldi dell’agenda europea. Gli studi ufficiali parlano di possibili ricadute positive annue quando l’intesa sarà a regime: 120 miliardi di euro per l’Europa e 95 miliardi di euro per l’America. Se i negoziati in corso sfociassero in un accordo il “regalo” che arriverebbe – anche in Italia – per ogni famiglia europea di quattro persone sarebbe di un aumento del reddito disponibile annuo di 545 euro. A dirlo è un voluminoso studio realizzato dal Centro studi e ricerche economiche di Londra per conto della Commissione Ue, che ci offre qualche altro dato significativo:  ogni anno Unione Europea ed Usa  scambiano tra loro beni, servizi e investimenti per circa mille miliardi di dollari. Nel complesso, l’area che comprende gli Stati Uniti e i Paesi dell’Unione europea produce il 60% del PIL mondiale, contribuisce per il 33% al commercio mondiale di beni e per il 42% a quello dei servizi.  Da quando – nel semestre europeo presieduto dal premier Renzi – la trattativa dalle stanze segrete è diventata pubblica, il TTIP sta incontrando crescenti resistenze, soprattutto da parte di Organizzazioni non governative e della cosiddetta società civile. Appare dunque urgente approfondire la discussione, per offrire una valutazione attenta e ragionata su benefici e costi potenziali dell’accordo transatlantico, che ha come obiettivo primario quello di integrare i due mercati, riducendo i dazi doganali e migliorando le condizioni per il flusso degli investimenti. Per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, la CGIL Toscana, l’Istituto per le Ricerche Economiche e Sociali( IRES)  e l’Associazione Amerigo (rappresentata dal charter fiorentino Michele Ricceri e da numerosi soci) hanno organizzato a Firenze, nel salone Rizzotto di via Capponi,  un seminario per imprenditori, sindacalisti ed altri numerosi operatori interessati alla materia, con tre autorevoli relatori: il prof. Mario Deaglio dell’Università di Torino, uno dei maggiori esperti italiani del mercato globale, l’economista prof. Mauro Lombardi dell’ateneo fiorentino ed il Direttore dell’ Irpet,  Stefano Casini Benvenuti, intervistati dal giornalista Antonio Lovascio.

Sull’opportunità di affrontare il tema TTIP senza pregiudizi e con la massima trasparenza hanno insistito in apertura dei lavori il console generale Usa a Firenze signora Abigail M. Rupp, ed il segretario regionale della CGIL Alessio Gramolati, il quale ha annunciato il prossimo incontro di una delegazione con la Dgb in Germania, mentre l’8 aprile ci sarà un confronto a Firenze con il sindacato greco. Il dibattito, concluso dall’assessore regionale Sonia Nocentini, è stato introdotto dal professor Deaglio. Con il supporto di slides ha tracciato un inquadramento generale del Trattato, analizzandone le origini, i vantaggi, le criticità, le paure che stanno emergendo in Europa, ed anche i possibili scenari. Tutto dipenderà dal prossimo appuntamento di aprile a Washington quando le delegazioni torneranno a riunirsi. Se ci sarà un passo in avanti , è previsto un nuovo appuntamento a luglio. A questo punto potrebbe prendere forma l’Accordo, altrimenti tutto sarà rinviato a quando sarà eletto il successore di Obama.  Il professor Lombardi ha poi esaminato in dettaglio gli orientamenti e gli interessi dei vari Paesi europei, indicando quelli che sarebbero più avvantaggiati  e penalizzati dall’accordo ed in quali settori produttivi; i contrasti che stanno emergendo anche in Italia.

Il direttore dell’IRPET professor Stefano Casini Benvenuti si è invece soffermato sulle ricadute del TTIP sulla Toscana, una regione già fortemente proiettata sul mercato statunitense, che quindi dovrebbe trarre vantaggi da ulteriore questa apertura: <Sappiamo che le condizioni sono ancora molto incerte – ha detto Casini – non è facile quantificarli. Sapendo che il mercato Usa rappresenta per la Toscana il 10% dell’export, concentrato in molti settori, se valgono tutte le previsioni positive, questa operazione potrebbe portare un aumento del Pil intorno all’1% con tutte le norme a regime. Quindi un vantaggio superiore a quello italiano che tutti misurano intorno allo 0,7% – 0,8%> .

Ancora non è chiaro se e come verrà fatto il Trattato commerciale Europa-Usa, ma se fosse vero che il TTIP tende a uniformare sulla qualità più bassa, alcuni produttori toscani che fanno dell’alta qualità un’arma vincente potrebbero essere danneggiati. Questo è un punto interrogativo al quale potranno venire risposte solo dalle trattative dei prossimi mesi.